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San Severino, sabato 1 febbraio 2014
LA PROTESTA DEI SINDACI ALL’ASSEMBLEA STRAORDINARIA ANCI

. MARTINI: “STIAMO RISCHIANDO TENSIONI SOCIALI. GOVERNO DICE E SMENTISCE SE STESSO”
“Se andiamo avanti così rischiamo di dover affrontare tensioni sociali rilevanti. I sindaci non possono più tenere testa ad un Governo che un giorno dice una cosa ed il giorno dopo la smentisce. Non è più possibile accettare tutta questa confusione che ha portato già al caos completo come non è più possibile continuare a subire il continuo scarico di responsabilità dal centro verso la periferia. Non è questo il federalismo di cui il nostro Paese ha bisogno. Se andiamo avanti così saremo noi amministratori a salire sulle barricate”.
Il sindaco di San Severino Marche, Cesare Martini, rientrato dalla manifestazione dell’Anci che ha chiamato in assemblea straordinaria i primi cittadini d’Italia al teatro Quirino di Roma, esterna tutta la sua amarezza in una nota in cui, fra l’altro, sottolinea come “i Comuni saranno costretti all’applicazione di aliquote e tasse sempre più disomogenee e disarticolate. La nostra Amministrazione, caso quasi unico in regione, quest’anno ha deciso di evitare ai cittadini l’introduzione della Tares, tassa già introdotta in realtà limitrofe alla nostra con evidentissimi salassi soprattutto per le attività economiche. Ci sono negozi – spiega Martini – che hanno visto lievitare le somme dovute anche di due o tre volte in più rispetto all’anno precedente. Presto arriverà la leva della Tasi, la tassa sui beni patrimoniali, cui seguirà poi la Iuc sui servizi individuali. Balzelli che, anche nel nome, suonano già incomprensibili ai cittadini. Come sindaci abbiamo chiesto una semplificazione e una chiarificazione di questo sistema. Lo andiamo ripetendo da mesi, se non da anni: non possiamo essere semplicemente i Bancomat di questo Stato che continua a chiedere agli italiani di tirare la cinghia e basta. Anche noi siamo cittadini e anche siamo ormai più che stufi. Le nuove tassazioni ci porteranno al conflitto sociale: l’Imu prevedeva, ad esempio, un regime di detrazioni di 200 euro per l’abitazione più 50 euro per ogni figlio a carico entro 26 anni. Ebbene, la Tasi, pur avendo aliquote più basse, non avrà sconti. I cittadini non possono vivere nella paura che arrivi da un momento all’altro a casa loro un F24 da pagare. Il cambiamento da Imu a Tasi provocherà “buchi” nei nostri bilanci che dovremo ripianare se non economicamente certamente con i servizi. E’ un dato di fatto che quello che i Comuni ricevono in termini di tasse devono poi poterlo restituire ai cittadini in servizi. E nelle nostre città – conclude Martini - le richieste di servizi di ogni tipo continuano a triplicare”.


Comunicato Stampa

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