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“Se chiude l’ospedale di San Severino Marche ci sarà un vero e proprio terremoto nella sanità che, nel giro di pochi anni, autorizzerà la chiusura di altri presidi. Le conseguenze di questo effetto domino saranno devastanti. Chiudere anche un solo dipartimento, come quello del materno infantile del “Bartolomeo Eustachio”, significherà cancellare una identità, che è la nostra, ma anche la speranza e le certezze di una civiltà, che è quella di chi vive lungo la Val Potenza”. Il sindaco di San Severino Marche, Cesare Martini, invita la “politica tutta a fare un passo indietro. A tornare su certe decisioni ma anche su certe prese di posizione. Mi riferisco alle gravissime affermazioni del consigliere capogruppo del Pdl in Regione, Francesco Massi. Evidentemente disinformato, ma attento a fare la sua comparsata a tutti i costi per difendere un ruolo, egli dimentica che l’Unità di ostetricia e ginecologia di San Severino ha tutti i numeri per restare aperta. Se poi le decisioni su questo argomento sono politiche chi le prende dovrà avere il coraggio di assumersi ogni responsabilità. E’ vero che c’è un tentativo di spaccare il territorio e desertificare intere zone, caro Francesco. Ed è anche vero che questa azione di sciacallaggio si sta verificando in tema di sanità, case di riposo, ma anche in tema di trasporto pubblico locale e di giustizia. E, domani magari, questa situazione si ripeterà per l’università o per altri settori. Allora anziché cercare divisioni ci si dovrebbe adoperare tutti verso un confronto sereno e costruttivo con i rappresentanti dei territori per la salvaguardia degli stessi e non preoccuparsi, come sta facendo chi incassa lo stipendio da onorevole sedendo da consigliere in Regione, solo del proprio collegio elettorale. Per la difesa della sanità mi aspetto una battaglia comune, anche da parte sua. Basta con i teatrini della politica che non piacciono alla gente che, nelle nostre città, ormai si fida solo dei sindaci e delle forze dell’ordine. Si deve lavorare per salvare tutto l’entroterra che va da Fabriano a San Severino, passando per Camerino. Ti invito, caro Francesco, a seguire l’esempio di tuo padre che ha lottato una vita a difesa di questo entroterra e lo ha fatto senza guardare al colore politico degli amministratori, quello del sottoscritto compreso. La mia storia non è mai entrata nei giochi di partito. Io ho alzato, e alzo, la voce anche contro gli esponenti di quel partito che rappresentavo, e rappresento. L’ho fatto per dare voce a chi mi aveva e mi ha eletto con percentuali di consenso altissime ma anche, e forse ancor prima, lo faccio per chi non mi ha scelto. Quanto alle elucubrazioni sull’Anci posso assicurare che sia nella gestione Andrenacci che nella gestione Martini non ci sono state differenze politiche e partitiche ma solo grande unione. Finito il mio mandato che, lo ricordo solo a te perché il resto del mondo lo sa, ho ricevuto all’unanimità dal direttivo, in sede di assemblea ho personalmente proposto la candidatura di Mangialardi, nonostante le sollecitazioni di altri sindaci, sia di centrodestra che di centrosinistra, a restare. Ho detto no all’Anci per dedicarmi alla mia città a tempo pieno. Noi sindaci, contrariamente a chi come lei frequenta i palazzi e solo gente di un certo livello – conclude Martini -, siamo abituati a stare nelle strade e nelle piazze, insomma tra la gente, per ascoltare la voce dei nostri cittadini”.
Comunicato Stampa
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