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Numerosi pubblici amministratori, ma anche rappresentanti del mondo della cultura, dell’industria e della società civile, hanno preso parte, nella sala del Consiglio del Municipio di San Severino Marche, alla presentazione del bando per progetti d’interesse emanato di recente dalla Regione con lo scopo di giungere alla realizzazione del cosiddetto distretto culturale evoluto. Sulla nuova idea di sviluppo locale, che vede la cultura come fattore di crescita civile e morale ma anche, e soprattutto, economica, reddituale e occupazionale; si sono confrontati, fra gli altri, l’assessore regionale ai Beni ed alle Attività Culturali, Pietro Marcolini, l’arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, Francesco Giovanni Brugnaro, il sindaco di San Severino Marche, Cesare Martini, il vice sindaco, Vincenzo Felicioli, l’assessore allo Sviluppo Culturale, Simona Gregori, quello all’Urbanistica, Tito Livio Lucarelli, quello alle Manutenzioni, Giampaolo Muzio, il presidente del Consiglio comunale, Ostilio Beni, i presidenti delle Comunità Montane di San Severino Marche, Gian Luca Chiappa, e di Camerino, Sauro Scaficchia, il rettore dell’Università degli Studi di Camerino, Flavio Corradini, il presidente provinciale di Confartigianato, Folco Bellabarba, i sindaci di Camerino, Dario Conti, di Castelraimondo, Renzo Marinelli, di Matelica, Paolo Sparvoli, di Serrapetrona, Adriano Marucci, di Pievebovigliana, Sandro Luciani, di Apiro, Settimio Novelli, il presidente del Contram, Stefano Belardinelli, e tante altre personalità. Fra gli interventi dei lavori anche quelli del prof. Francesco Adornato dell’Osservatorio regionale per la Cultura, e di Daniele Salvi, consigliere provinciale. “Nel distretto culturale evoluto – ha sottolineato nel suo intervento di saluto il sindaco di San Severino Marche, Cesare Martini – il ruolo del settore pubblico non è affatto secondario. Solo se si fa squadra, fra pubblico e privato, la sfida si può vincere altrimenti, da soli, non si va da nessuna parte. Nella cultura, nell'economia, nel turismo e in altri campi ancora, dovremo tutti guardarci intorno cercando di fare sistema visto anche il momento di grave difficoltà che stiamo tutti vivendo. Il distretto culturale, come modello di sviluppo territoriale in cui la finalità prima è la valorizzazione dei beni culturali in esso presenti, non si costituisce in maniera spontanea. Pur essendo i beni una dotazione già appartenente ad esso, infatti, spesso – ha ancora aggiunto Martini - l’implementazione di un distretto culturale è il risultato finale di un progetto e, in quanto tale, necessita di un’autorità che definisca una strategia di intervento per il territorio e che ne individui la forma più appropriata di gestione, in cui gli attori pubblici e privati cooperino per la concretizzazione degli obiettivi. In passato abbiamo perso molti treni. Forse questo è l'ultimo – ha poi concluso Martini, suggerendo - Dovremo prendere questo treno al volo, vista la crisi in atto”.
Comunicato Stampa
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