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La storia di Antigone, la figura femminile creata da Sofocle, che da più di duemila anni simboleggia il conflitto tra donne e potere, tra sfera privata e sfera pubblica, tra famiglia e stato, tra obbedienza e disobbedienza; sarà raccontata ai bambini dalla straordinaria voce dell’attrice settempedana Micaela Piccinini in occasione di una delle tappe del progetto di militanza femminile, che ha già interessato diverse piazze dl’Italia, “Parole e Sassi, un racconto per le nuove generazioni”. L’appuntamento, promosso in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di San Severino Marche, è per domenica prossima (10 marzo) - con doppia rappresentazione alle 15,30 ed alle 17,30 -, presso la pinacoteca civica “Padre Tacchi Venturi”. Ideazione e coordinamento del progetto sono a cura di Letizia Quintavalla, Renata Palminiello, Patrizia Romeo, Agnese Scotti, Rosanna Sfragara mentre Marina Olivari comporrà un diario del percorso. “Parole e Sassi” è un’iniziativa che si confronta con il movimento delle donne nato il 13 febbraio 2011. Un’azione politica portata avanti da giovani donne, orientata a dare un contributo fattivo e di autopromozione al lavoro dell’attrice, che in Italia ora, è più che mai precario. Rivolto ai bambini tra gli otto e i dieci anni, il racconto è fatto con parole e sassi. “I sassi - racconta Letizia Quintavalla - in molte culture hanno un forte significato rituale, hanno a che fare col sacro in senso lato e, nel nostro racconto, nella mescolanza con le parole e i gesti della narratrice, i sassi, fissando simbolicamente le parole, diventano legame tra pensiero e azione. A volte mossi come su una scacchiera, altre lasciati immobili sulla terra o scagliati nell’ira, diventano suggeritori di gesti dai quali si snoda il rito della tragedia”. Al termine del racconto l’attrice che ne è protagonista, alla pinacoteca civica di San Severino sarà Micaela Piccinini, artista settempedana che vive ed opera a Bologna, lascerà le parole (il copione) e i sassi ai bambini, perché raccolgano il testimone della narrazione e raccontino la tragedia di Antigone ad altri. L’obiettivo è che questa storia sia raccontata più volte possibile. Una piccola sopravvivenza, nello spirito indicato da Georges Didi - Huberman nel suo libro “Come le lucciole”, in risposta all’articolo di Pasolini sulla scomparsa delle lucciole come emblema del genocidio culturale compiuto dalla civiltà dei consumi, per tentare una riflessione su come possiamo preservare anche quello che sembra condannato alla sparizione.
Comunicato Stampa
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