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Un legame con la terra d’origine e una sfida che si rinnova. “Cureremo tutti noi questo alberello in memoria dei nostri antenati e, allo stesso tempo, come simbolo della speranza per il domani dei nostri figli”. Sono le parole pronunciate con grande partecipazione da Maria Candida Capriotti, di orgine fermana, durante la cerimonia svoltasi in Argentina alcuni giorni fa per la messa a dimora di una piccola quercia marchigiana nel giardino della Cappella del Perpetuo Soccorso nel “Centro Marchigiano de Pergamino”. Un piccolo gesto straordinariamente significativo perché questo piccolo arbusto ha percorso lo stesso tragitto dei tanti fermani e marchigiani che si sono trasferiti in Argentina nel secolo scorso e lì hanno messo le loro radici.
La storia di questo alberello è suggestiva: oltre cento anni fa molti corregionali facevano le loro valigie e con profonda tristezza lasciavano la terra natale, le loro radici, i loro affetti, in cerca di un futuro più luminoso. Nello stesso periodo nelle natie Marche cresceva una piccola quercia. Un secolo dopo, esattamente tre anni fa due abitanti di Pergamino (Argentina) discendenti di emigrati marchigiani, Renèe Capriotti ed Ester Carreras, fecero ritorno nelle Marche alla ricerca delle loro radici e camminando per le pittoresche colline trovarono questa quercia di 105 anni. Il padrone dell’albero, sapendo che la coppia sarebbe tornata in Argentina, diede loro un seme in modo che questo facesse, dopo 100 anni, la stessa strada che avevano fatto i nostri nonni.
Oggi, a tre anni di distanza, quel seme curato dalla comunità marchigiana de Pergamino è diventato una giovane quercia che, con una cerimonia ufficiale, è stata ora piantato nel giardino del Centro Marchigiano in Argentina. “I nostri padri e i nostri nonni s’addormentavano ogni notte qui in Argentina – ha sottolineato la signora Capriotti - con la certezza che avrebbero fatto parte di un mondo più prospero e pieno d’opportunità. Per questo hanno dato il loro fattivo contributo alla crescita del Paese. Oggi, un secolo dopo, siamo qui noi discendenti di quegli immigrati, di fronte alla stessa sfida: fare in modo che i nostri figli possano avere un giorno quel mondo sognato. Questo alberello sarà un simbolo per tutti noi e un legame alla nostra terra fermana e marchigiana.”
Tm6 Telemacerata
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