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San Severino, venerdì 4 dicembre 2009
RISERVA NATURALE DI ROTI - I SINDACI DI SAN SEVERINO ED APIRO PRENDONO LE DISTANZE: “NON E’ LA SOLUZIONE CHE IL NOSTRO TERRITORIO SI ASPETTAVA”.

“Come sindaci dei Comuni di San Severino Marche e di Apiro non possiamo che prendere atto dell’istituzione della riserva naturale del monte San Vicino e del monte Canfaito ma, allo stesso tempo, ci sembra doveroso sottolineare che non è questa la soluzione che il territorio si aspettava”. I primi cittadini Cesare Martini e Settimio Novelli non ci stanno e sottolineano in una nota congiunta: “Dopo quattro anni di discussioni erano state concordate e decise una perimetrazione e delle soluzioni diverse. Secondo noi, ancora una volta, si è persa un’occasione importante di confronto anche con gli amministratori locali. Riteniamo – spiegano ancora i due sindaci – che siano dunque prevalse logiche di parte e di partito che non possiamo condividere. Ricordiamo, a tal proposito, che la perimetrazione della riserva era stata decisa, fra non poche difficoltà, sentendo i Comuni di San Severino, Apiro, Gagliole, Matelica, le Comunità Montane e coinvolgendo le associazioni ambientaliste e venatorie. Ora non ci si può presentare qualcosa a noi sconosciuto”.
Poi un breve richiamo alle associazioni ambientaliste: “Dispiace che alcuni ambientalisti siano caduti nel tranello di qualche esponente politico impegnato in campagna elettorale. L’istituzione della riserva doveva essere un’opportunità per il territorio ed in particolare per alcune sue eccellenze come l’abitato di Elcito. Ed invece proprio Elcito, ad esempio, è stato escluso mentre sono state ricompresse nella riserva zone già tutelate, come aree demaniali e Zps. Ora non possono essere tirati in ballo i Comuni, non si può dire che il gestore avrà dodici mesi per elaborare il piano regolamento sulla base degli indirizzi forniti dal comitato dei sindaci. Gli amministratori locali dovevano essere ascoltati prima. Di questi dovevano fidarsi, evidentemente, le associazioni di volontariato. Ma non lo hanno fatto ed ora pagano pegno per questo loro atteggiamento. E pensare – riflettono i due sindaci – che i Comuni avevano condiviso con loro un percorso e discusso di un perimetro ben preciso che si aggirava sui 1.400 ettari e non sui 2.500 come è stato scritto. Insieme alla politica hanno poi prevalso gli interessi di qualche imprenditore locale. Questo modo di comportarsi a noi sindaci di due dei comuni più importanti della neo costituita riserva dà fastidio. Per questo – concludono Martini e Novelli – rivendichiamo l’autodeterminazione del territorio ed annunciamo che stiamo valutando l’ipotesi di un eventuale ricorso”.


Comunicato Stampa

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