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Regione, mercoledì 9 ottobre 2002
Disciplina della pesca sportiva nelle acque interne

A pesca solo dopo aver frequentato un corso obbligatorio. I nuovi pescatori marchigiani, che vogliono cimentarsi con trote, carpe e altri pesci d’acqua dolce, per ottenere la licenza dalla Provincia, devono dimostrare di conoscere norme, tecniche di prelievo e biologia delle specie ittiche.
La frequenza obbligatoria a corsi di preparazione e la predisposizione di un calendario di pesca annuale, sono le principali novità contenute nella proposta di legge sulla disciplina della pesca sportiva nelle acque interne, approvata dalla Giunta regionale – su iniziativa dell’assessore Luciano Agostini – e trasmessa al Consiglio per l’esame dell’Aula.
“La proposta di legge – sottolinea Agostini – adegua l’attuale normativa, risalente al 1983, alle mutate condizioni dei corsi d’acqua della regione, razionalizzando la fruibilità degli stessi. L’esperienza maturata, in questi anni, ha permesso di stilare un testo che integra le esigenze di carattere ambientale con quelle dell’uso delle acque e dell’attività sportiva. La proposta è caratterizzata anche da una costante e approfondito confronto con le amministrazioni provinciali e con le associazioni di categoria, che hanno saputo interpretare le attese del settore. Valorizza, infine, il decentramento amministrativo, da tempo avviato nelle Marche”.
La proposta prevede che il finanziamento della legge avvenga attraverso il pagamento della tassa di concessione. I 15 mila pescatori sportivi marchigiani garantiscono introiti per 260 mila euro, sufficienti per l’applicazione ordinaria della legge. Sarà, invece, necessario ricorrere a uno specifico stanziamento per predisporre la Carta ittica regionale, prevista dalla nuova normativa.
La gestione della legge, e dei relativi fondi, è affidata alle Province, alle associazioni e alla stessa Regione.
Il testo si compone di 32 articoli. Dopo le disposizioni generali e organizzative, regolamenta il riconoscimento delle associazioni di settore. Successivamente tratta le questioni dell’incremento del patrimonio ittico, la Carta ittica, le zone di ripopolamento e la disciplina sanitaria. Detta norme per la conservazione della fauna acquatica e dell’ambiente, la tutela degli equilibri biologici, la secca dei corsi d’acqua e dei bacini, le strutture di risalita del pesce, le deviazioni delle acque, il loro utilizzo per scopi produttivi e il risarcimento dei danni.
Dispone la stesura di un calendario di pesca, per regolamentare il prelievo “sulla base delle specifiche condizioni ambientali e delle diverse realtà territoriali”. Individua gli specchi d’acqua privati dove è possibile esercitare la pesca, con il consenso del proprietario; con l’autorizzazione della Provincia, in queste strutture è ammessa la pesca a pagamento.
Gli ultimi articoli della proposta di legge riportano le sanzioni, notevolmente inasprite, e le disposizioni relative alla vigilanza, compreso l’aggiornamento del personale volontario.

TM6 - TeleMacerata

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