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Provincia MC, mercoledì 30 aprile 2003
Musei d'incanto

Un museo all’aria aperta. E’ il Parco archeologico di Urbs Salvia, inserito tra i “Musei d’incanto”, la rete promossa dall’associazione “Sistema museale della Provincia di Macerata”, che unisce una trentina di musei e luogi d’arte. E’ l’ideale per una visita durante il 1° Maggio, in cui si può unire la gita in campagna con un momento culturale. Per motivi organizzativi, le visite guidate sono previste con partenze ogni ora, dalle ore 10 in poi. Quasi naturale prosecuzione delle visita ad Urbs Salvia è la raccolta archeologica della vicina Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, situata all’interno dell’omonima Riserva naturale.
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Il Parco Archeologico di Urbs Salvia è il più importante e spettacolare delle Marche. La sua visita inizia dal Museo Archeologico Statale, ricco di sculture, iscrizioni, anfore, monete e altro materiale proveniente dall’arera urbana tra cui un frammento di “fasti” e dove un plastico ricostruisce l’aspetto dell’antica città. Si prosegue visitando le Cisterne dell’acquedotto che rifornivano d’acqua la città sottostante, e più in basso, seguendo una serie di aree terrazzate, il Teatro (primo quarto del I sec. d.C.), addossato al pendio della collina dove sorge l’odierna Urbisaglia, e l’Edificio a nicchioni, che fungeva da scenografico raccordo dei vari livelli della città. Ai piedi della collina si estende il foro e quindi l’Area sacra, costituita da un Tempio, dedicato probabilmente alla Salus Augusta, al centro di un’area definita da un criptoportico, corridoio sotterraneo decorato con pitture del cosiddetto III periodo pompeiano con immagini legate alla propaganda augustea. Attraversando le mura si raggiunge l’Anfiteatro (78-80 d.C.), fatto costruire da Lucio Flavio Silva Nonio Basso, conquistatore di Masada.
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L’Abbazia fu fondata nel 1142 dai Monaci Cistercensi dell’Abbazia di Chiaravalle di Milano. Per la costruzione i Monaci utilizzarono materiali prelevati della vicina città romana di Urbs Salvia; nel 1442 fu saccheggiata da Braccio da Montone e in parte distrutta. La Chiesa, di forme romaniche, è di grande semplicità, a tre navate e a croce latina. Attorno al suggestivo chiostro, del XV secolo, sono visitabili le grotte, usate per la conservazione dei prodotti agricoli, la Sala del Capitolo dove i Monaci si riunivano a leggere i capitoli della regola di San Benedetto, il Refettorio dei monaci conversi le cui volte a crociera sono sorrette da colonne formate da parti d’epoca romana. La Sala delle Oliere, già deposito per l’olio, oggi ospita una raccolta di materiali provenienti da Urbs Salvia, dal territorio e dall’Abbazia stess: iscrizioni, decorazioni architettoniche, parti di statue. Sul lato sud del chiostro si trova il Palazzo Giustiniani Bandini, della metà dell’800, costruito anche su disegno dell’architetto Ireneo aleandri di San Severino Marche.


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