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Provincia MC, venerdì 11 aprile 2003
Tagli nelle scuole

Una scure è pronta ad abbattersi sulle scuole medie superiori delle Marche: non più classi “articolate”; solo cattedre con un minimo di 18 ore settimanali di lezione; prime classi di ciascun istituto con almeno 20 alunni. Queste, sulla carta, alcune direttive della circolare ministeriale che, tradotte in pratica, significherebbero tagli enormi al personale docente e alle classi. Nella nostra regione è prevista la soppressione di ben 295 cattedre nelle scuole superiori (pari al 4,5%), tant’è che il mondo dell’istruzione è in forte apprensione. Di fronte al problema, l’assessore provinciale di Macerata, Carla Monachesi, ha avuto un incontro con il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Michele De Gregorio, al quale hanno partecipato anche i presidenti delle quattro Comunità montane maceratesi. Al centro del colloquio, ovviamente, le soluzioni per evitare i tagli e, in particolare, le modalità di applicazione della Circolare ministeriale (n. 27 del 2003) che determina la contrazione dei posti in organico. “Ci sono infatti alcuni margini interpretativi – spiega l’assessore Carla Monachesi – in base ai quali salvare dalla crisi le nostre scuole medie superiori. L’applicazione delle disposizioni ministeriali, a nostro avviso, deve attenersi strettamente al dettato ministeriale, senza interpretazioni estensive, così come si sta facendo. Inoltre, non si può non tenere conto delle singole realtà provinciali. Infatti, se i tagli delle cattedre si basano sulla differenza fra il numero di alunni iscritti all’inizio dell’anno scolastico e quelli poi realmente frequentanti, non va dimenticato che la provincia di Macerata registra uno scarto di appena 100-120 studenti a fronte di una soglia complessiva regionale che supera le 1.700 unità. Le differenze maggiori, quindi, vanno individuate altrove. Il Consiglio provinciale del prossimo 14 aprile discuterà un Ordine del giorno sul tema perché la situazione è molto preoccupante e necessita quindi di un intervento che miri a far sì che le scuole della nostra provincia non siano eccessivamente penalizzate, in particolare gli istituti superiori delle zone montane che più di altri rischiano chiusure. Evitiamo che esperienze, competenze e risorse professionali, che in questi anni hanno fornito risposte importanti al mondo della scuola e al tessuto socio-culturale del territorio, vengano penalizzate”.



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