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L’Amministrazione Comunale ha approvato una delibera con la quale si da l’avvio ad un piano di aggiornamento e di recupero per tutti gli immobili non ancora dichiarati nel catasto. Ciò consente, innanzitutto, la certezza dell’individuazione di tutti i fabbricati con le varie destinazioni urbanistiche nell’archivio del catasto fabbricati. In sostanza, quindi, si tratta di una operazione che garantisce, attraverso l’incrocio di diverse informazioni, la trasparenza dei dati e la certezza, per quanto possibile, delle entrate tributarie.
Va precisato che con la finanziaria 2005 si è data la possibilità ai Comuni, con strumenti legislativi certi, di intervenire sul patrimonio immobiliare con lo scopo di conseguire un miglioramento dell’attuale livello di equiparazione impositiva nel settore immobiliare e recuperare fenomeni di elusione e di evasione fiscale. Più in particolare la normativa consente ai Comuni di richiedere ai soggetti la presentazione degli atti di aggiornamento catastale per gli immobili non dichiarati in catasto o per i quali, per effetto di intervenute variazioni edilizie, sussistono situazioni di fatto non coerenti con i classamenti riportati negli atti catastali o con gli elementi assunti a base per la determinazione della rendita. I Comuni, infatti, constatata la presenza di immobili di proprietà privata non dichiarati in catasto ovvero la sussistenza di situazioni di fatto non più coerenti con i classamenti catastali per intervenute variazioni edilizie, richiedono ai titolari di diritti reali sulle unità immobiliari interessate la presentazione di atti di aggiornamento. La richiesta, contenente gli elementi constatati, tra i quali, qualora accertata, la data cui riferire la mancata presentazione della denuncia catastale, è notificata ai soggetti interessati e comunicata, con gli estremi di notificazione, agli uffici provinciali dell'Agenzia del Territorio. Se i soggetti interessati non ottemperano alla richiesta entro novanta giorni dalla notificazione, gli uffici provinciali dell'Agenzia del Territorio provvedono, con oneri a carico dell'interessato, alla iscrizione in catasto dell'immobile non accatastato ovvero alla verifica del classamento delle unità immobiliari segnalate, notificando le risultanze del classamento e la relativa rendita. In questo caso si applicano le sanzioni previste dalla legge.
La Giunta comunale, nell’adottare questo piano di recupero, poteva seguire due strade: scrivere indistintamente a tutti i proprietari (come hanno fatto molti comuni) per far regolarizzare la propria posizione rispetto al catasto, ciò sarebbe stato aleatorio ,in quanto difficile sarebbe poi stato l’accertamento oppure dotarsi degli strumenti idonei per attivare le procedure di controllo. Questa seconda scelta è stata la più ragionevole anche perché mancando i decreti attuativi e le disposizioni da parte della Direzione Nazionale dell’Agenzia del Territorio, si sarebbe andati incontro a contenzioso certo. In particolare l’’Amministrazione Comunale, verso la fine del 2005, dopo cioè l’adozione da parte del Governo dei Decreti attuativi e dopo le prime direttive emanate dall’Agenzia del Territorio, ha preso la decisione di attivare una serie di procedure informatiche in grado di individuare, attraverso l’incrocio dei dati esistenti negli archivi comunali, le anomalie rispetto a situazioni di fatto ormai consolidate Nel frattempo l’Agenzia del Territorio, sulla base delle circolari emanate, per l’interscambio dei dati tra Comune e Agenzia ha predisposto un software per il caricamento dei dati relativi ai nuovi accatastamenti: identificativo u.i.u. o particella terreni; dati di toponomastica; generalità e domicilio dei destinatari della richiesta; data e protocollo della richiesta inoltrata ai suddetti destinatari; data di avvenuta notifica; sintesi dei dati accertati dai quali discende l’incoerenza; data, se conosciuta, cui riferire la violazione degli adempimenti catastali.
La Giunta Comunale, quindi, ha voluto dotarsi degli strumenti idonei e necessari per attivare le procedure di controllo per non sollevare allarmismi mirando soprattutto alla certezza per quanto possibile degli accertamenti, disponendo nel contesto generale di intervenire nei casi conclamati di perdita dei requisiti di ruralità e in ordine cronologico nei fabbricati classificati e nei cosiddetti accessori classificati per verificare la destinazione d’uso.
Non secondario è il rapporto di collaborazione, in fase istruttoria, ai fini delle notifiche ai proprietari tra Catasto e Comune per la valutazione dei casi che presentano maggiore difficoltà, soprattutto al fine di evitare comunicazioni erronee, che possano procurare inutili disagi al cittadino, nonché impropri utilizzi delle già carenti risorse disponibili presso gli Uffici provinciali. L’Ufficio preposto utilizzando il Sistema Informatico Territoriale – SIT, ha provveduto ad attivare le necessarie analisi per dotarsi di procedure semplificate e di facile utilizzo, per incrociare i dati censuari catastali e i dati demografici, dei tributi e delle concessioni edilizie. Questa complessa operazione è stata ultimata nel mese di settembre scorso ed i risultati ottenuti, senza entrare nel dettaglio delle procedure, hanno dato i seguenti risultati: fabbricati ex rurali n. 1896; fabbricati in corso di definizione o costruzione n. 574; abitazioni senza bagno n. 1406; locali di deposito o magazzino n. 3921. Infine sulla scorta delle analisi fatte la ditta incaricata di scrivere i programmi collegati al SIT, sta ultimando l’ultima procedura che riguarda l’incrocio fra i contribuenti ICI ed il censuario catastale. Questo permetterà di rilevare le evasioni totali e cosa più ambiziosa avere il patrimonio immobiliare, non solo in orizzontale ma in verticale, associando foglio - Particella e sub ai numeri civici ed interni. Le procedure saranno pronte entro la fine del 2007. La complessità di questa operazione e la riuscita della stessa impone una serie di passaggi fondamentali: dotare l’Ufficio in modo adeguato anche attraverso collaborazioni esterne; una informazione capillare nel territorio attraverso giornali, televisione e manifesti; una reale collaborazione con l’Agenzia del Territorio. La campagna preventiva di informazione serve per sensibilizzare tutti gli interessati al fine di trovare le soluzioni meno onerose. Finita, infatti, la fase di l'accertamento, se non concluso in via bonaria, l'Ufficio del Territorio provvede: all'applicazione della sanzione per tardiva presentazione nel caso di convalida della rendita proposta; all'applicazione della sanzione per tardiva presentazione e alla notifica della rendita attribuita nel caso di revisione della rendita proposta; all'applicazione della sanzione per tardiva presentazione, al recupero dei tributi, degli interessi e delle spese sostenute ed alla notifica della rendita attribuita nel caso di accertamento eseguito dall'Ufficio. L'applicazione della sanzione per tardiva presentazione è prevista sia per quei soggetti che provvedono entro i 90 giorni, sia per coloro che non ottemperino alle richieste dei Comuni e intervenga l'Ufficio per eseguire l'accertamento. Si sta valutando la possibilità se, in una fase successiva, debba essere modificato il Regolamento comunale per l’imposta ICI al fine di diversificare le sanzioni per tutti quei cittadini che autonomamente provvederanno agli accatastamenti, avvisando contestualmente il Comune. Tutta l’operazione, per avere nel breve periodo benefici tributari, dovrà dalla sua attivazione, che può datarsi Dicembre 2007, essere conclusa entro il settembre 2008. La fase consiste nell’inoltrare a tutti gli interessati le comunicazioni di invito a mettersi in regola entro 90 giorni dalla ricevuta della raccomandata e contestualmente popolare la procedura messa a disposizione dall’Agenzia del Territorio per le parti di loro competenza. In tutta questa operazione la certezza del buon fine è data dal fatto che verranno interessati, sulla scorta degli accertamenti preventivi, fatti con le procedure sopradescritte, esclusivamente i soggetti che devono mettersi in regola con le norme di legge e con invii scaglionati. Al termine dell’operazione tenendo conto del numero degli immobili sui quali verranno attivate le procedure può essere preventivato in via di massima, un introito fiscale valutabile in 500.000 euro, a questi andranno aggiunti quelli derivanti dall’eventuale evasione totale che verrà riscontrata con l’incrocio fra il censuario catastale e gli archivi ICI.
Inoltre va sottolineato che tutto ciò consente di: sviluppare un nuovo rapporto con il Catasto, per la Pianificazione ed il controllo del Territorio; allineare ed integrare le informazioni già disponibili presso i vari Uffici Comunali, senza replicare i dati; un controllo appropriato del territorio attraverso la conoscenza approfondita del patrimonio immobiliare e della situazione edificatoria; il raggiungimento dell’equità fiscale; l’adozione di una nuova tecnologia a servizio della città e per l’informazione ai cittadini. Partendo dal SIT sono state implementate nuove procedure, complesse ma al tempo stesso di facile impatto per l’operatore, che possono incrociare dati, catastali, tributari e anagrafici. Questo permette di estrapolare ed incrociare attraverso il codice fiscale e i dati catastali (foglio, part., sub) tutti gli immobili non ancora accatastati relazionandoli alle concessioni edilizie rilasciate, gli immobili che pagano una ici presunta (cat. F3- F4-F5) ma soprattutto gli immobili accatastati ai quali non sono associati i relativi pagamenti dell’ICI e le eventuali evasioni totali.
Comunicato stampa
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