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Montelupone, venerdì 27 settembre 2002
Discarica Morrovalle: gli interrogativi dello sconfinamento

Tra i tanti punti interrogativi ancora senza risposta, finalmente, grazie ad un controllo dei confini imposto dalla Regione Marche si è fatta chiarezza su alcuni aspetti relativi alla discarica di Morrovalle.
Proprietario del terreno dove è ampliata abusivamente la discarica, particelle 97, 98, e 78 del foglio catastale n 30, risulta essere un privato cittadino, tale Enrico Testasecca residente a Morrovalle, e non il Comune di Morrovalle né la ditta Senesi del sig. Rodolfo Briganti o la Società Morrovalle Ambiente amministrata dal sig. Cesare Piergentili, terreno tra l’altro che risulta essere ancor oggi accatastato come agricolo-seminativo.
La vicenda risale al 1990 quando sono state eseguite, su autorizzazione del Comune di Morrovalle e della Regione, opere indispensabili per il contenimento delle vasche di accumulo dei rifiuti e realizzate dighe sconfinando nel territorio di Montelupone.
Per anni c’è stato un disinteresse nei confronti della vicenda, se non di negazione dell’effettivo stato dei fatti, tutto ciò nonostante le pressioni fatte dall’Amministrazione Comunale di Montelupone.
Solo dopo il controllo imposto dalla Regione, con 12 anni di ritardo, sono stati individuati i confini dal dirigente della Provincia di Macerata dr. Gino Pasquali, confermando quanto sostenuto da tecnici, amministratori e molti cittadini monteluponesi.
Nazareno Agostini, Sindaco della città, vuole vederci chiaro sulla vicenda ed è intenzionato a scavare a fondo per conoscere la verità ed evitare ogni abuso ambientale.
“Finora – sottolinea Agostini – gli Enti competenti, Regione, Provincia, Consmari, Comune di Morrovalle e sue società controllate, non hanno adottato gli atti necessari per tutelare il Comune di Montelupone e i cittadini, anche di fronte ad atti illegittimi, abusi ed omissioni.”
La stampa dà risalto con assiduità agli scempi ambientali, ultimo almeno per ora, il caso dell’accertamento da parte dell’Arpam dell’inquinamento dei pozzi delle stesse discariche provinciali, ed è “incomprensibile – dice ancora il Sindaco Agostini - come le Istituzioni preposte siano immobili e continuino a tacere su una questione che va oltre il sospetto. Siamo di fronte ad una voluta e preordinata esclusione forzata di Montelupone, dai legittimi controlli. Perché, cosa si deve nascondere?”
L’unico dato certo, che trova conferma nel progetto di ampliamento della discarica, firmato dal noto ingegnere anconetano Paolo Beer e approvato nel 1996 dalla Regione Marche, servizio tutela ambientale, dirigente l’arch. Antonio Minetti, è che per più di 3010 metri quadrati, interni al perimetro recintato, la discarica Colli dell’Asola si è ampliata abusivamente nel territorio del Comune di Montelupone.
“L’Amministrazione Comunale – conclude Agostini – continuerà a battersi, fiduciosa nella Magistratura maceratese, affinché vengano date risposte ai molti e inquietanti interrogativi che si sono accumulati negli anni, in una vicenda nella quale, vittima è la popolazione di Montelupone. Basti pensare che l’impianto ha un impatto ambientale stimato dalla Provincia, per il 66% su Montelupone e per il 34% su quello di Morrovalle e in tanti anni vi sono stati ammassati più di un milione di metri cubi di immondizia di ogni genere”.

Antonio Nardi - TM6

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