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Macerata, sabato 12 giugno 2004
ENERGIA EOLICA: UNO STUDIO PRELIMINARE PER IL TERRITORIO MACERATESE

Definire i criteri di localizzazione e progettazione di centrali eoliche nel contesto del paesaggio maceratese. Con questo obiettivo l’assessorato alle Politiche del territorio della Provincia di Macerata ha dato il via a uno studio preliminare per capire “dove e come” poter eventualmente inserire impianti eolici sul territorio.
La ricerca, condotta da un’équipe di tecnici coordinati dall’architetto Lucina Caravaggi, è stata presentata nella sede della Provincia, a Piediripa. Sono intervenuti anche il presidente Sauro Pigliapoco e l’assessore Stefano Leoperdi. “Lo studio ha innanzi tutto individuato le zone che oggi non appaiono idonee a ospitare centrali eoliche – dice Lucina Caravaggi – dal punto di vista sia ambientale sia paesistico. La mappa provvisoria di queste limitazioni si ispira a criteri già discussi in sede ministeriale, a limiti e prescrizioni contenuti negli strumenti di programmazione della Regione e della stessa Provincia, nonché a criteri di esclusione messi a punto su questo tema da altre regioni italiane (Abruzzo, Sardegna, Puglia, Toscana e Liguria)”. In pratica, lo studio identifica come “zone non idonee” le riserve naturali, il Parco, i corridoi ecologici, le aree di importanza avifaunistica e quelle per la salvaguardia della biodiversità individuate dal Ptc provinciale. Ed ancora: le aree critiche sotto l’aspetto idrogeologico, le zone limitrofe ai centri abitati, i luoghi di identificazione collettiva, i punti panoramici, le cosiddette “skyline”, nonché le aree di particolare interesse archeologico, storico e architettonico (poste già sotto vincoli ministeriali).
La ricerca, poi, individua i “paesaggi del vento”, cioè quei siti potenzialmente idonei alla realizzazione degli impianti eolici in termini di sostenibilità ambientale e paesistica. Il territorio è stato preso in esame su tre fronti: da un lato, le aree montane nei cui pianori sommitali potrebbero essere inseriti impianti eolici lineari o “wind farm” di sommità; dall’altro, le aree vallive del basso Chienti e Potenza per l’eventuale installazione di impianti lineari o isolati di pianura. Infine, la terza fascia rappresentata dalle aree costiere che sono interessate da potenziali impianti off-shore.
“Molto importante è anche la seconda parte dello studio – sottolinea l’architetto Caravaggi – in cui vengono evidenziati i criteri per la progettazione delle centrali, dalla fase di programmazione a quella di esercizio e di eventuale dismissione, e in cui è stata compiuta una selezione critica delle tendenze progettuali più recenti, ritenute significative per come hanno affrontato le questioni legate all’inserimento paesistico degli impianti eolici e al loro impatto ambientale, sia visivo, sia rispetto al suolo o all’acqua, alla vegetazione e alla fauna”.



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