Sfumata la possibilità di unificare i quattro emendamenti presentati dalle minoranze nella seduta precedente, ieri pomeriggio il Consiglio comunale, con i 23 voti a favore della maggioranza e gli 11 contrari dell'opposizione, ha licenziato il capitolo ex casermette.
Dopo due sedute, infatti, è stata approvata la delibera, emendata, con la quale l'amministrazione intende valorizzare e riqualificare l'ex impianto militare con l'assenso del demanio proprietario dell'area, sulla base di un'idea progettuale elaborata dall'architetto Massimo Carmassi di Firenze che prevede l'utilizzazione del compendio immobiliare di via Roma come centro direzionale per uffici pubblici e privati.
Articolata la discussione in aula in merito ai tre emendamenti presentati (solamente uno ne è stato approvato) e occasione, per i rappresentanti dei vari gruppi consiliari, di ribadire le proprie posizioni sulla questione.
Pierfrancesco Castiglioni (An) ha parlato di carenza: "il progetto è qualcosa di insufficiente per avere un parere da parte del demanio che deve valutare dei numeri e questi numeri non ci sono" mentre per Adriano Ciaffi (I Popolari per la Margherita) l'unica cosa che interessa è la valorizzazione complessiva dell'area. Critico il rappresentante del Comitato Anna Menghi, Placido Munafò che ha accusato la maggioranza di alimentare la speculazione dei privati dal momento in cui il demanio si dovrebbe occupare del 40 per cento della volumetria mentre il restante 60 per cento dovrebbe andare ai privati: "Avremmo voluto votare questa delibera ma non nei termini in cui ci viene proposta". Per Gian Mario Maulo (I Democratici - Città dell'Uomo) si sarebbe dovuto invece parlare con la città e confrontarsi con il Consiglio mentre per Salvatori (Forza Italia) "l'importante è trovare una linea comune dal momento che si parla di un'area così importante per la città. La centralità deve essere di tutto il consiglio, non
solo dell'amministrazione comunale". Tacconi (Ppe) ha parlato invece di edilizia popolare mentre Carancini (Ds) ha affermato che la minoranza dovrebbe dire alla cittadinanza che, in assenza di un progetto, unico elemento urbanistico su cui ragionare, potrebbe essere il demanio a decidere le sorti dell'area.
Subito dopo il vice sindaco Lorenzo Marconi ha illustrato la delibera inerente al rendiconto della gestione dell'esercizio finanziario 2002 in base al quale il conto consuntivo 2002 si chiude con un avanzo di amministrazione pari a 980.889,80 euro, di cui 558mila euro derivano dalla gestione di competenza e 422mila euro da quella dei residui 2001 e precedenti. L'analisi del rendiconto della gestione finanziaria dello scorso anno, inoltre, mette in evidenza come dei 58 milioni stanziati nel bilancio di previsione assestato, ne sono stati spesi quasi 55 per attuare i progetti e i servizi preventivati dall'amministrazione. Da un?analisi dei programmi dell'ente (sia correnti che di investimento), si rileva, quindi, un più che soddisfacente grado di realizzo pari quasi al 96 per cento.
In particolare la spesa corrente è stata pari a circa 31 milioni suddivisa nei vari servizi, con un aumento delle quote destinate a iniziative culturali e sociali. Sempre a proposito delle spesa i servizi a domanda individuale per l'anno 2002 raggiungono la copertura media di oltre il 45 per cento del costo dei vari servizi, mentre il provento della tassa dei rifiuti solidi urbani copre l'85 per cento del costo corrispondente.
La discussione prenderà il via oggi pomeriggio.




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