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Amandola, venerdì 13 settembre 2002
Verso la 2a Conferenza regionale delle aree protette

Verso la 2a Conferenza regionale delle aree protette, verso un sistema di tutela del territorio che sia parte integrante e trasversale del piano di sviluppo regionale: questi gli intendimenti della Regione Marche nel mettersi a confronto con tutto il mondo istituzionale, privato e associazionistico attraverso seminari tematici. Il primo si è svolto ad Amandola per iniziativa dell’Assessorato all’Ambiente della Regione, della Comunità montana dei Sibillini e del Comune ospite. Il tema centrale è stato ‘Le risorse della Montagna marchigiana’, discusso anche in tre sessioni specifiche su le ‘Tipicità’, ‘I percorsi culturali e i percorsi ambientali’ e ‘L’ospitalità tra tradizione e innovazione’.
La scelta di Amandola non è casuale: primo, si trova al centro del parco dei Sibillini, il primo delle Marche; secondo, il 2002 è l’anno internazionale della Montagna al quale la Regione sta dedicando più iniziative.
La seduta mattutina è stata presieduta dall’Assessore regionale al Turismo, Lidio Rocchi ed é stata caratterizzata da una serie di interventi. Mariano Landi, Dirigente del Servizio valorizzazione dei prodotti tipici, ha illustrato con efficacia il progresso culturale e sociale della montagna e della sua agricoltura, settore essenziale per le zone montane, negli ultimi trent’anni. “La ricerca di soluzioni colturali che integrino il rispetto dell’ambiente con le esigenze socio-economiche e di reddito delle popolazioni locali – ha detto -, può essere realizzata proprio all’interno delle aree protette.” Lo spopolamento della montagna è stato uno degli argomenti più strettamente collegati alla tematica in discussione, ma, come asserisce il Coordinatore del Gal Marche, Riccardo Maderloni, negli ultimi anni, se non un’inversione di tendenza, c’è almeno una tenuta e una piccola crescita della densità abitativa. Segno che qualcosa è stato fatto in termini di occasioni socio-economiche e redistribuzione di risorse. Ma non basta, a parere del Sindaco di Amandola, Franco Rossi, e del Presidente della Comunità montana dei Sibillini, Domenico Ciaffaroni: ci vuole un impegno preciso e concreto sui problemi della viabilità e dei servizi “affinchè la montagna non rimanga con un pugno di mosche in mano”. Decisa l’opinione del Presidente del Parco dei Sibillini, Carlo Alberto Graziani, sulla nuova politica regionale dei sistemi turistici locali, mirati a integrare turismo costiero e montano senza sudditanze. Altrettanto decisa la risposta dell’Assessore al Turismo: è questa una scelta, indispensabile proprio per migliorare l’offerta della montagna e delle sue peculiarità e evitare il suo isolamento dovuto alla mancanza di infrastrutture. La visione delle zone montane come territori specifici con specifiche caratteristiche e specifico sviluppo turistico non lo convince e anzi provocherebbe un ulteriore ritardo e una necessità di crescita infrastrutturale che andrebbe a nuocere sulla qualità ambientale. Anche sull’insediamento di fonti energetiche rinnovabili nelle zone montane, in particolare l’eolico, Graziani ha dubbi, non di principio, ma di opportunità. Ma in questo caso il ruolo svolto dalla Regione per equilibrare l’azione di sviluppo energetico con il rispetto ambientale viene apprezzato. Il seminario di Amandola, comunque, testimonia che il dibattito aperto fra localismi e sviluppo integrato e coordinato del territorio, fra ambientalismo e sviluppo sostenibile non si è ancora concluso e che lo sforzo per omogeneizzare il consenso dovrà essere maggiore. In quest’ambito sono proprio le Associazioni ambientaliste, quali il WWF, a indicare la strada: la risposta va cercata nella valorizzazione delle risorse che indiscutibilmente la montagna porta con sé. Le risorse sono molteplici e spesso collegate alle tradizioni culturali di questi luoghi, ma anche alle innovazioni. Snodo cruciale possono essere proprio i Parchi e le Riserve e le proposte trasferibili al resto del territorio che da essi nascono. La creazione di un sistema di aree protette che veda interagire gli Assessorati regionali fra di loro e con gli Enti locali in una politica di superamento attivo dell’attuale fase di accordi di programma è quindi indispensabile. I convegnisti si sono poi riuniti nella mattina in tre diverse sessioni di approfondimento.

TM6 - TeleMacerata

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