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Provincia MC, mercoledì 30 ottobre 2002
Impianti eolici sui monti del maceratesi. Leoperdi scrive alla Regione.




La questione dei “parchi eolici” si trascina da mesi e che ha già visto la Provincia di Macerata in una posizione critica, che a volte è stata distorta o strumentalizzata. Per chiarire la posizione, Leoperdi ha anche inviato al presidente Vito D’Ambrosio e agli assessori regionali, una nota scritta in cui egli puntualizza la posizione dell’ente, improntata alla tutela del territorio e volta ad impedire uno sviluppo “selvaggio” delle centrali eoliche.
La Provincia di Macerata - ha scritto Leoperdi - rischia di vedere installate sul proprio territorio più di 450 torri eoliche dell’altezza variabile dagli 80 ai 100 metri che rischiano di stravolgere completamente la naturalità e la bellezza delle nostre montagne. La Provincia è favorevole all’utilizzo di sistemi alternativi “puliti” per la produzione di energia elettrica (fotovoltaico, solare termico,...) e tuttavia, per quanto riguarda l’energia eolica, si chiede alla Regione Marche di dare dei criteri e degli indirizzi per evitare che il territorio diventi un bosco, non di alberi, bensì di pali di ferro e cemento. Tra le zone individuate per l’installazione degli impianti eolici figurano anche aree sottoposte ad una particolare tutela ambientale, che rispondono alla vocazione turistica del nostro territorio, costituita soprattutto di un turismo dedicato alla scoperta delle bellezze naturali.
“I criteri da seguire - ha scritto l’assessore provinciale - non debbano essere esclusivamente quelli inerenti ai contributi che le aziende produttrici daranno ai Comuni candidati ad ospitare gli impianti, ma occorre considerate anche variabili importanti quali le eventuali ricadute negative sul turismo del nostro entroterra; il tutto allo scopo di creare energia che verrebbe utilizzata da territori esterni al nostro, cosicché ci troveremmo a sostenere il costo dello sviluppo altrui”.
“Sembra ragionevole - conclude Leoperdi - l’ipotesi di ridurre il previsto numero di pali, nonché di provvedere ad una localizzazione consona, in aree non pregiate o degradate da precedenti interventi ambientali, lontano dal contesto insediativo umano e animale, dalle nelle aree visibili dai centri storici e dai corridoi migratori della fauna selvatica”.

TM6 - TeleMacerata

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