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Tolentino, domenica 6 maggio 2007
INTERVENTI PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL CENTRO STORICO

Opere realizzate e da realizzare come tappe di un percorso delineatosi a partire dal progetto vincitore del “CONCORSO REGIONALE DI IDEE PER LA VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA DELLE PIAZZE “ bandito dal Comune di Tolentino nel 1997.
Dal progetto ideale alla graduale realizzazione di sue parti in continuità di rapporto con l’attuale Amministrazione Comunale nella figura dell’assessore ai LL.PP. ing. Goffredo Nobili.

Temi che hanno ispirato le scelte progettuali:
- conservazione
- recupero
- memoria storica
- arredo urbano integrato
La qualità dello spazio è dovuta principalmente alla qualità nonché al livello stesso della manutenzione degli elementi architettonici stessi che la compongono: facciate di palazzi, pavimentazioni, ecc.
Il progetto dell’arredo urbano nei centri storici, così come quello dell’architettura, trae la sua anima vitale dalla specificità dei luoghi e si arricchisce del potere evocativo della memoria.


1) PIAZZA SILVERJ, VIA OBERDAN, VICOLO SAN PIETRO
Esempio di perdita di senso di uno spazio che ha subito la prevaricazione del traffico veicolare. Il centro focale della sistemazione del 1951 e cioè la fonte civica, simbolo della città stessa, risultava quasi un ingombro alla totale disponibilità di spazio per parcheggi, il disegno originale dell’acciottolato con ricorsi in pietra, risultava illeggibile, nonché danneggiato dal transito e dalla sosta e sovrascritto dalla segnaletica orizzontale.

L’intervento ha teso a recuperare l’unitarietà dello spazio restituendo centralità e visibilità all’antica fontana restaurata.
Restauro dell’acciottolato e dei due medaglioni in bassorilievo a forma di sole al centro della raggiera dei decori pavimentali.
Definizione dello spazio con il riposizionamento perimetrale dei colonnini in pietra ( prima spostati all’interno della piazza in funzione del parcheggio) e l’inserimento agli angoli di tre pigne in bronzo (elementi fitomorfi evocativi di antichi spazi verdi).
Introduzione di sedute in pietra su disegno: una lunga panca addossata al muro della cappella del Sacramento e due panche curve disposte attorno al decoro a forma di sole raggiato.

2) PIAZZA MADAMA
Situazione degradata nelle pavimentazioni e disomogenea nelle architetture, posizione nascosta.

Le scelte progettuali sono di tipo conservativo attente al recupero o, dove non possibile, alla riproposizione dei materiali e degli spazi originari anche attraverso il riordino degli elementi esistenti. Per quanto riguarda l’arredo urbano, si è cercato di inserire pochi elementi “su misura”, cioè progettati per la specificità del luogo con riferimenti materici, e formali
Via Damiani è stata pavimentata in pietra arenaria italiana e acciottolato secondo un disegno leggibile a tratti sotto l’asfalto. La piazza, e stata ricucita dalla riproposizione della zanella in ciottoli su i due lati lunghi. Il marciapiede di mattonelle d’asfalto è stato riproposto con pavimentazione in pietra.
In considerazione del fatto che l’unico scorcio visibile di Piazza Madama dalle zone di transito principale della città e cioè da via Filelfo, avviene all’incrocio con via Damiani, si è pensato di porre in questo punto di visuale un elemento di arredo capace di sovrapporsi all’esistente e di catturare l’interesse e la curiosità di chi passa a poca distanza. Il riferimento è al tema della verdura che riteniamo essere caratterizzante per il mercato che da sempre si tiene in questa zona (anche la vicina piazza Martiri di Montalto è per lo stesso motivo comunemente detta dell’erbe); il tono è modulato sull’anima popolare di questi luoghi. È questa volontà di dare specificità agli interventi che motiva la scelta di un omaggio a Giovanni Sebastiani, scrittore e poeta dialettale tolentinate, nel caso specifico alla sua celebre poesia “La Zucca”.

3) PIAZZA DELLA LIBERTA’
Altro esempio di perdita di senso di uno spazio che viene attraversato e spesso invaso dal traffico veicolare con perdita del confine ed affastellamento di numerosi ed eterogenei arredi.

La necessità di intervenire sul tratto più dissestato di pavimentazione e cioè quello prospiciente via Garibaldi, ha concentrato l’intervento su questa zona delineandone il margine con un ritmo alternato di colonnini in ghisa con catena.
La riproposizione dei quattro lampioni storici della piazza, due dei quali inseriti nell’infilata dei colonnini, dimostra come la memoria storica del luogo spinga alla specificità dell’arredo: le ampie cetre in sommità dei candelabri in fusione di ghisa, sono state fatte eseguire su disegno, con le stesse proporzioni di quelle esistenti visibili nelle foto d’epoca.

4) INGRESSO PALAZZO SANGALLO
Il problema dell’accessibilità al palazzo ha avuto nel tempo esiti accomunati da caratteristiche di provvisorietà ed estraneità, sono stati creati cioè dei dispositivi in materiali deperibili (legno, lamierino, moquette) esclusivamente finalizzati al transito dei disabili, senza nessun legame con l’architettura né con la piazza nei confronti della quale si sono rivelati sempre degli scomodi ingombri.

La richiesta dell’Amministrazione di risolvere il problema dell’accessibilità a Palazzo Sangallo in maniera definitiva in concomitanza dei necessari lavori di rifacimento del marciapiede ad esso antistante, ha condotto alle seguenti analisi e riflessioni.
Il ripristino della vecchia sagomatura della piazza che si raccordava con un rilevato in corrispondenza dell’ingresso carrozzabile, necessiterebbe il rifacimento della pavimentazione dell’intera piazza, ipotesi da escludersi per il costo elevato e per il discreto stato di manutenzione della stessa, inoltre, la quota attuale della piazza verso via Garibaldi è di circa 10 cm. più bassa rispetto agli anni’30 (come testimonia un vecchio segno di intersezione ancora visibile sul basamento del fianco del palazzo), ne risulterebbe quindi un “monte” più accentato con difficoltà di accesso per i portatori di handicap.
Lavorare soltanto sulla porzione di piazza interessata, ridimensionerebbe il costo dell’intervento ma si otterrebbe un gran rattoppo per la difficoltà di integrare la pietra esistente che andrebbe inevitabilmente danneggiata ed in parte perduta durante i lavori.
Escluse quindi le possibilità di ritornare alla vecchia soluzione si è scelto di lavorare sul marciapiede e di integrarlo nel sistema del percorso per il raggiungimento della quota di Palazzo Sangallo. L’intento principale è infatti quello di realizzare un manufatto perfettamente rispondente ai requisiti di accessibilità ma non immediatamente riconoscibile come tale e per ottenere questo risultato bisogna primariamente ridurre la lunghezza della rampa. Il dislivello da superare fra la quota di Piazza della Libertà (+ 227,57 m s.l.m.) e l’androne di palazzo Sangallo (+ 228,32 m s.l.m.) è di 75 cm: abbattere questa barriera con un'unica rampa frontale si traduce necessariamente in un ingombro notevole (con pendenza all’8% si ha uno sviluppo in pianta di 9,40 m.); si è cercato pertanto di stemperare l’impatto della rampa unica frazionandola in un percorso articolato.
Il primo tratto di rampa è stato ricavato all’interno del forte spessore murario su cui si apre il portale d’ingresso, il piano inclinato ottenuto consente di abbassare l’arrivo di 20cm. Ai due lati dell’arco d’ingresso del palazzo, in configurazione simmetrica a partire dal nuovo piano di arrivo, sono state create due rampe (lungh.2,76, pendenza 12%) che ricreano l’originale conformazione “ a montagnola” del vecchio ingresso carrozzabile scendendo di ulteriori 33 cm. il percorso prosegue lungo il nuovo marciapiede disposto a tratti orizzontali in corrispondenza delle aperture dei locali commerciali e tratti inclinati alle estremità per il superamento del dislivello residuo costituito dalla sua stessa altezza.
In definitiva il nuovo marciapiede si conforma alla base di Palazzo Sangallo inglobando le due rampe che hanno la sua stessa larghezza, mentre, frontalmente, il raccordo alla piazza avviene tramite una gradinata a base poligonale composta da tre gradoni inclinati delimitati da cordoli a becco di civetta sino al raggiungimento del tratto di marciapiede rialzato posto in piano a mo’ di pianerottolo di fronte all’ingresso del palazzo.
Il materiale usato per tutto l’intervento è la pietra arenaria nazionale, già presente nella piazza in forma di tozzetti disposti ad arco ribassato.
Il formato scelto per la pavimentazione è di largh.40 a correre che bene si inserisce nella larghezza del gradone.
Particolare attenzione è stata posta allo studio dei dettagli come la definizione delle pietre e dei cordoli d’angolo della gradinata che dovranno essere realizzati in unico pezzo sagomato “a doppia falda” nel rispetto delle antiche tecniche costruttive.
La superficie del materiale lapideo avrà finitura sabbiata per confrontarsi meglio con il vissuto dei materiali esistenti e migliorare i requisiti di antiscivolosità (nel rispetto del D.M. 14/06/1989, n.236,par.8.22).


5) PERCORSO PEDONALE VIA ROMA
Il tratto di via Roma che va da piazza Mazzini all’incrocio con via Filzi, si presenta in cattivo stato di manutenzione per quanto riguarda il manto asfaltato.
Il transito pedonale lungo le mura è attualmente separato da quello veicolare tramite una lunga fila di “panettoni” in cemento; il piano di calpestio, anch’esso asfaltato, è sconnesso ed interrotto da irregolari squarci intorno agli alberi.
Il coronamento del muro in mattoni sagomato a seduta lungo via Filzi è, in parte, incassato, arrivando quasi a coincidere (verso l’ex Consorzio Agrario) il livello della seduta con quello del camminamento.
La zona del piazzale in prossimità dell’ascensore del parcheggio di via Filzi,un tempo organizzata a giardinetto con siepi, cipressi e vialetti di ghiaia, è ora asfaltata ed in parte occupata da parcheggi e da numerosi cassonetti dell’isola ecologica posti sull’asse della visuale per chi arriva dalla Piazza della Libertà.
In occasione dei recenti lavori di ristrutturazione dell’edificio che ospita gli uffici comunali, per agevolare movimentazioni del cantiere, è stato demolito un tratto del muretto in c.a. emergente con ringhiera in corrispondenza dell’ingresso principale e creato un collegamento con la sede stradale tramite tre gradini in mattoni di tufo.


Percorso pedonale lungo via Roma
Il progetto prevede la demarcazione di un percorso riservato ai pedoni e protetto dal traffico veicolare per tutta la lunghezza compresa fra l’innesto con via Filzi e l’inizio del marciapiede di via Roma.
Il tratto lungo circa 110 metri caratterizzato dalla presenza del parapetto/seduta in mattoni verrà pavimentato con pietra arenaria in lastre disposte a correre, avrà larghezza variabile in funzione della sede stradale ma garantirà comunque una larghezza minima di un metro in corrispondenza delle buche degli alberi e di 90 centimetri all’imbocco verso viale Buozzi nel punto più stretto di via Roma (carreggiata 5,70 metri zanelle comprese). All’estremità opposta il percorso pedonale verrà gradualmente ribassato di circa 20 centimetri per riportare alla giusta altezza la seduta in mattoni.
L’elemento separatore fra l’asfalto e la nuova pavimentazione è costituito da una lunga aiuola incassata delimitata da cordoli in pietra tali da contenere e dissimulare piccole differenze di complanarità. La costruzione di un elemento continuo di separazione permette di regolarizzare l’attraversamento che sarà consentito e segnalato da apposite strisce in un unico punto in corrispondenza dell’abitazione sul lato opposto.

Piazzale dell’ascensore
Il percorso continua in questa zona protetto da colonnini in ghisa analoghi a quelli recentemente installati in Piazza della Libertà.
Il progetto prevede lo spostamento dei cassonetti dei rifiuti di pochi metri verso il parcheggio (per uscire dall’asse visuale di via Garibaldi), riuniti a ferro di cavallo in conformazione tale da consentire le manovre necessarie per la movimentazione degli stessi e schermati da alte siepi. Verranno inseriti inoltre tre ulteriori tratti piantumati a diaframmare la zona attrezzata con panchine, disposti in maniera tale da creare un fondale al punto focale d’arrivo per chi si avvicina al centro percorrendo il percorso sopra descritto. In questa “nicchia verde”, contraddistinta da due cipressi, potrebbe ritrovare la sua originaria collocazione, la fontanella della tartaruga dello scultore locale Giovanni Patrizi.

Sistemazione dello spazio antistante gli uffici comunali
Il progetto prevede la creazione di un accesso in asse con l’ingresso principale definito da un’ampia scala in pietra costituita da tre gradini, delimitata da muretti rivestiti in pietra , coronati da soglie con finitura a tutto toro.
Gli spazi residui ai fianchi della scala, fino alla zanella in pietra calcarea che delimita la carreggiata stradale, verranno trasformati in due aiuole delimitate da cordoli in pietra a becco di civetta. Alla partenza della scala le aiuole abbandonano lo spigolo arretrando di un quarto di cerchio, creando uno spazio di rispetto a riparo dalla sede stradale.
Questa zona, così come lo spazio sul marciapiede di fronte al portone di ingresso per la larghezza della scala (ovvero quella atta a comprendere il portale a bugne diamantate dell’ingresso principale), verranno pavimentati con la stessa pietra usata per gli interventi sopra descritti.
La scelta del materiale lapideo si è basata su un criterio di armonizzazione all’esistente. L’edificio presenta modanature e cornici delle aperture in pastina di cemento, secondo il gusto tipico dei primi anni del novecento: la difficoltà di realizzare nuovi manufatti con le medesime caratteristiche, ha portato alla scelta di una pietra arenaria di cromia e grana simile alle cornici esistenti.


Comunicato Stampa

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