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Macerata, giovedì 5 maggio 2005
Il Comitato degli “anticipatari” sceglie le maniere forti

Nella riunione che si è tenuta nel pomeriggio di giovedì 28 aprile a Macerata il Comitato degli “anticipatari” ha incontrato un consulente che ha illustrato le varie possibilità di azione nei confronti della Regione Marche ritenuta inadempiente. Sono state esposte le difficoltà da affrontare legate alla competenza e al fatto che l’azione sarebbe portata avanti unitamente dai circa 150 proprietari che hanno fatto ricorso all’anticipazione prevista proprio da un atto della Regione, la delibera di giunta n. 180 del 2000.
Dunque i proprietari degli immobili danneggiati dal sisma del 1997 che, secondo l’interpretazione della Regione, dovrebbero restituire alle banche il contributo concesso dalla Regione, hanno deciso di intraprendere le vie legali e di dar vita ad un procedimento il cui valore oltrepassa i 16 miliardi delle vecchie lire.
La vicenda prende le mosse della posizione che la Regione Marche ha espresso tramite la lettera del luglio scorso a firma del direttore del dipartimento affari istituzionali e generali in cui ciascun proprietario dell’immobile veniva chiamato a restituire i soldi – allo scadere dei 60 mesi previsti dalla convenzione sottoscritta tra Regione e alcuni istituti di credito – sulla base dell’obbligazione assunta con la stipula del relativo contratto di anticipazione bancaria.
In realtà è stata proprio la Regione Marche a prevedere con la delibera di giunta n. 180 la figura dell’anticipazione, che tecnicamente è una cessione del credito derivante dal riconoscimento del contributo, che la Regione Marche ha concesso al proprietario dell’immobile, all’istituto bancario che anticipa una somma massima di 150.000 euro per una durata massima di 60 mesi allo stesso proprietario per effettuare i lavori di ricostruzione.
Un ottimo strumento, secondo le intenzioni dell’ente chiaramente espresse anche tramite spazi pubblicitari, per permettere la ricostruzione post-terremoto in tempi rapidi degli immobili non ricompresi nelle priorità e per ovviare alla momentanea carenza di fondi che non permettevano l’erogazione del contributo contestualmente alla concessione.
Un meccanismo infernale per i proprietari che hanno fatto ricorso all’anticipazione e quindi iniziato i lavori sui rispettivi fabbricati facendo affidamento sulla certezza dell’erogazione del contributo e soprattutto sulla base della documentazione firmata che ben poco margine lasciava alla residuale - e per molti versi illegittima - ipotesi che improvvisamente il contributo non sarebbe più stato erogato.


Comunicato stampa

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