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Tolentino, mercoledì 23 febbraio 2005
Pier Ferdinando Casini a Tolentino




"Un augurio sincero nella ricorrenza del 700° anniversario e un apprezzamento per la straordinaria opera di conservazione”. Questa la dedica del Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini scritta sul volume che raccoglie le firme di tutte le più alte personalità che sono state in visita a Tolentino.
"La situazione che sta vivendo la politica, in cui troppo spesso sembrano prevalere le logiche di un pragmatismo senza ideali, di una pura gestione di interessi, è una deriva che non possiamo accettare e alla quale dobbiamo saper porre un freno, perché una politica senza vita, una società senza ideali, non può costruire nulla di veramente duraturo". Questo, invece, l’incipit con il quale si è espresso il Presidente della Camera, Casini, intervenendo alle celebrazioni per il settimo centenario della morte di San Nicola da Tolentino.
Il Presidente della Camera ha inoltre sottolineato come "San Nicola visse in un'epoca di profondo risveglio spirituale, un'epoca in cui fiorirono in Europa numerosi ordini e movimenti religiosi e in cui si ebbero esempi straordinari di devozione popolare. Un tempo lontano che non appare facile rievocare oggi - aggiunge - nel nostro presente in cui quella dimensione spirituale, quella profondità di fede e di preghiera sembra essere un dono di pochi. Come tutti sappiamo, infatti, l'esperienza religiosa che vivono oggi i popoli occidentali appare, salvo alcune eccezioni, non di rado tiepida e incline ai compromessi". Una condizione "che rispecchia il generale fenomeno di perdita di valori che sta vivendo la nostra società - prosegue Casini - in cui sembrano prevalere miti illusori che svaniscono nello spazio di poche ore e nella quale soprattutto i nostri giovani non trovano grandi motivazioni su cui basare le scelte fondamentali della loro vita".
Avvicinarsi oggi alla figura di San Nicola "può assumere dunque un valore ancora più importante: nella sua storia e nella sua testimonianza possiamo leggere la storia di un'epoca di intensa spiritualità, in cui un solido sistema di valori illuminava la vita di tante persone. Si tratta di un passato - spiega - che può insegnarci molto in termini di recupero della dimensione ideale e della capacità di guardare lontano, aldilà dei singoli problemi di ogni giorno, con maggiore spessore e fiducia".
Allargando questi concetti ad un orizzonte più ampio "quando si parla di radici cristiane dell'Europa - dice il Presidente della Camera - è ad esempi luminosi come il suo che si vuole fare riferimento: le radici cristiane non sono infatti costruzioni teoriche o astrazioni accessibili a pochi, ma sono uomini, fatti concreti, persone che hanno saputo offrire una testimonianza unica di vita cristiana e hanno saputo lasciare un seme fecondo nella mentalità di tanti popoli".
Per Casini, infatti, sono questi i motivi per cui "ho accolto con profondo rammarico la scelta compiuta dai governi dell'Unione di eliminare dal Trattato costituzionale europeo ogni riferimento alle radici giudaico-cristiane dell'Europa. In questo modo si e' infatti scelto di rifiutare un'identità oggettiva del nostro essere europei, che viene dalla nostra storia, dalle tradizioni dei nostri popoli: ha ragione il Santo Padre quando afferma che 'non si possono tagliare le radici dalle quali si è nati. I valori su cui si e' costruita la casa comune europea, in cui credettero i vari De Gasperi, Adenauer, Schuman, sono i valori del primato dell'uomo, il valore della ragione, della libertà dell'individuo, quelli della solidarietà e della fratellanza. E nessuno può negare che alla formazione di quei principi il cristianesimo abbia dato un contributo determinante".



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