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Civitanova Marche, venerdì 28 febbraio 2003
Nuovo piano sanitario, lungo dibattito ieri sera in consiglio

Si è parlato del nuovo piano sanitario, già approvato dalla giunta regionale e ora all’esame del Consiglio, nel corso della seduta consiliare aperta di ieri sera, alla quale hanno preso parte anche l’assessore regionale alla Sanità Augusto Melappioni, il commissario della Asl 8 Salvatore Mascaro, il direttore sanitario Fausto Mannucci, assessori e consiglieri regionali e provinciali e sindaci del comprensorio della Asl 8.
Ad aprire i lavori è stato l’assessore regionale Melappioni, che ha illustrato la filosofia ispiratrice del documento regionale. Melappioni ha parlato di solidarietà, equità, universalità e sussidiarietà come “concetti fondamentali nell’ambito di un piano sanitario”, aggiungendo che “le Marche possono vantare un sistema sanitario di qualità”. Quanto ai contenuti del programma da approvare, lo stesso Melappioni ha sottolineato che “per quanto riguarda i posti letto la Regione dà indicazioni di massima, lasciando che le scelte vengano definite a livello locale”, e che c’è la volontà di “restituire centralità alle conferenze dei sindaci”. Quanto ai “tagli”, l’assessore regionale ha fatto sapere che dei circa 7.000 posti letto del sistema sanitario marchigiano circa 1.000 dovrebbero essere utilizzati diversamente, ad esempio per le lungodegenze degli anziani, e che comunque non si prevede una riduzione dei servizi.
Intervenendo nel dibattito, il sindaco di Civitanova Erminio Marinelli ha espresso “preoccupazione per l’eccessiva centralizzazione dei servizi prevista dal piano, che renderà più difficile la situazione delle piccole realtà”. “La proposta della Regione prevede un dirigismo eccessivo – ha detto il primo cittadino – e una drastica concentrazione della specialistica”. Marinelli ha poi lamentato “un prelievo fiscale esagerato da parte della Regione, che ha visto l’aumento dell’addizionale Irpef del 500%”, sottolineando la necessità di “eliminare gli sprechi e riorganizzare l’attività assistenziale sul territorio”. “La nostra organizzazione sanitaria – ha osservato il sindaco – vede un eccesso di personale amministrativo, a discapito delle strutture e degli stessi medici. In questo contesto, l’Asl unica non porterà a mio avviso i risultati sperati”. “Non vorrei – ha concluso – che accada quanto è già successo nel settore turistico con la soppressione delle Apt, oggi rimpiazzate dagli Iat”.
Nella discussione è intervenuto anche Ivo Costamagna, coordinatore di Alleanza Riformista, che ha espresso perplessità sulla Asl unica. “Non mi convince – ha detto – il fatto che accentrando si risparmi, come pure che risparmiando non si vada ad intaccare i servizi”. “Occorre mantenere presidi validi sul territorio – ha aggiunto – lasciando al capoluogo regionale i servizi più specializzati”. Nel ricordare le quasi 2.000 firme raccolte con una petizione popolare, lo stesso coordinatore di Alleanza Riformista ha accusato “il silenzio su questo tema da parte dell’Amministrazione comunale”, che ha invitato a non “blindarsi” ma a confrontarsi su questioni di tale importanza.
Il consigliere regionale Ottavio Brini (Forza Italia) ha sottolineato “un deficit sanitario elevatissimo al quale si affiancano numerosi sperperi dovuti tra l’altro a consulenze legali”, lamentando la presenza di “liste d’attesa troppo lunghe”. “Un problema, questo – ha detto il consigliere regionale – di fronte al quale è necessario che chi di dovere assuma un impegno concreto”. “Non si può parlare infatti di eccellenza – ha aggiunto – quando non si riesce a garantire i servizi fondamentali”. Lo stesso Brini ha quindi accusato la mancata apertura a Civitanova dei reparti di Rianimazione e Utic, nonostante la disponibilità dei locali e dei macchinari, sottolineando ritardi anche nell’attivazione delle unità di psichiatria e chirurgia a ciclo breve e accusando l’eliminazione delle prestazioni di agopuntura.
Contro la proposta della Regione si è espresso anche il consigliere comunale di Forza Italia Marco Diomedi, che nel chiedere le dimissioni del dott. Mascaro ha parlato di “sistema egemonizzato e centralizzato”.
Per l’assessore regionale Giulio Silenzi (Ds) il disavanzo regionale pari a 209 miliardi di vecchie lire “è dovuto alla storia marchigiana”, inevitabilmente “legata alla realtà comunale” e quindi ad un elevato numero di ospedali. Nel sottolineare come il nuovo piano non produrrà cambiamenti a svantaggio dei cittadini, lo stesso assessore regionale ha quindi ricordato che “dal ’96 al 2002 sono stati investiti 51 miliardi di lire a vantaggio della Asl di Civitanova”, che hanno consentito “una crescita del livello sanitario in questo comune e la disponibilità di maggiori servizi rispetto al passato”. Silenzi ha quindi ricordato i “tanti costi che la Regione deve sobbarcarsi”, che comportano inevitabilmente una razionalizzazione delle risorse, sottolineando come “nella riforma tuttora in esame non si preveda per Civitanova alcun taglio di servizi”. Anche per il capogruppo diessino Giorgio Berdini “il piano regionale sembra garantire Civitanova sia dal punto di vista dei servizi sia per quanto riguarda il numero di posti letto”. Lo stesso Berdini ha presentato un ordine del giorno che il Consiglio ha respinto con 12 voti contrari e 7 a favore.
Il commissario della Asl 8 Salvatore Mascaro, rispondendo ai numerosi interventi susseguitisi, ha ricordato come la razionalizzazione dei posti letto, “concordata con i singoli dirigenti medici, con il Consiglio dei sanitari e quindi in seno alla Conferenza dei sindaci”, sia finalizzata “non alla riduzione di servizi ma al miglioramento del turn over”. Quanto all’avvio dei servizi di Psichiatria e Chirurgia a ciclo breve, lo stesso Mascaro ha fatto sapere che esso è atteso entro la fine di marzo. Occorrerà invece verificare se ci siano fondi a disposizione per la Rianimazione e l’Utic, che comporteranno un costo aggiuntivo di oltre 900 mila euro. Il commissario della Asl 8 ha confermato inoltre che “il pur qualificato servizio di agopuntura non può essere mantenuto”, in quanto non previsto dalla legge nell’ambito di quelli definiti essenziali. Quanto alle spese per gli incarichi, Mascaro ha ricordato che il bilancio “è stato approvato dalla Conferenza dei sindaci, dai revisori dei conti e dalla Regione” e che i relativi dati sono stati resi noti in più occasioni. “Si tratta di incarichi, come nel caso degli anestesisti, a mio avviso indispensabili – ha detto – e non saprei davvero da quale parte tagliare”. Quanto alle liste d’attesa, sia l’assessore regionale Melappioni che lo stesso Mascaro hanno garantito che esiste un monitoraggio attento e continuo, sottolineando l’elevato incremento di richieste (circa il 10% annuo) per quanto riguarda ad esempio le ecografie. In merito alla richiesta di dimissioni, infine, Mascaro ha concluso che “chi si sente un professionista competente non si dimette ma rimane al suo posto”. “Capisco che l’indipendenza possa dare fastidio – ha detto – ma questa direzione non si lascia condizionare pur di salvare il proprio posto, preferendo continuare a lavorare come può e come sa”.

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